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L'Aceto tradizionale di Reggio Emilia
 
 

Anno 1046 dal poema "vita mathildis" del monaco Donizone: l'imperatore di Germania Enrico II in viaggio verso Roma, fece tappa a Piacenza e chiese a Bonifacio, marchese di Toscana, padre della famosa contessa Matilde di Canossa, quell'aceto che gli era stato lodato e che si faceva nella rocca di Canossa.

Frutto di una tradizione millenaria, tramandata di famiglia in famiglia nei solai come dote, l' aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia si ottiene tramite fermentazione zuccherina ed acetica di mosto d'uva cotto in batterie di botticelle di differenti legni e capacità e da una lunga maturazione in cui si verificano i processi naturali di invecchiamento (min. 12 anni).

ARAGOSTA: di buona acidità, consigliato per carpacci, pinzimoni, insalate, quasi a cottura ultimata su carni bianche e rosse,per fondi di cottura di selvaggina ed animali da cortile.

ARGENTO: più morbido, deciso e dolce, utilizzato a crudo e nelle leggere cotture per primi piatti, soufflé, risotti, sughi, maionese, salse per bolliti o pesci.

ORO: extra vecchio,più complesso e denso, ricco di profumi e più dolce che agro, ottimo su formaggi, frutta, creme, gelato ed a cucchiaio a fine pasto.

 
     
   
     
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